giovedì 10 settembre 2015

I dati reali del danno causato dai finanziamenti pubblici ai partiti

Ritorno a scrivere dopo quasi 2 mesi di silenzio per motivi personali. Desidero ringraziare in anticipo i lettori che mi rimarranno fedeli nonostante questa assenza prolungata e imperdonabile. Cari amici, quante cose sono successe in soli 2 mesi. Il mio primo pensiero va alla situazione di frontiera; fiumi in piena di persone che cercano uno sprazzo di libertà mettendo a rischio ogni cosa. Ma questa situazione non ha bisogno di grossi commenti, solamente un monito: ricordiamoci di essere umani, tutti e indistintamente. Insomma, diamoci da fare. Conoscete bene il mio pensiero a riguardo e preferirei evitare di essere ridondante. Piuttosto utilizzerei l'argomento per confrontare le vere emergenze con l'odierna attività parlamentare italiana che, come si sa, va sempre un po' contro tendenza. Per l'ennesima volta, infatti, si è approvato il finanziamento pubblico ai partiti, con il solo voto contrario del m5s. Ma analizziamo insieme qualche dato:
-1993 è l'anno del referendum che, a larga maggioranza, aboliva i finanziamenti pubblici ai partiti
-2700 sono i milioni di Euro incassati dai partiti dal 1994 ad oggi (ignorando il referendum)
- 700 sono i milioni di euro realmente utilizzati in attività politica dal 1994 ad oggi
Le domande sono ovvie. Quanti di quei 9 milioni di poveri italiani si sarebbero potuti aiutare con 2700 milioni? Quante imprese sarebbero potute ripartire? Quali risvolti occupazionali si sarebbero potuti ottenere? Quanto si sarebbe potuto fare per la scuola e l'istruzione pubblica? Quanto per le infrastrutture resistenti ai cataclismi?Quanto per rilanciare agricoltura, industria e prodotti italiani? Se poi andassimo ad aggiungere a questi milioncini i soldi pubblici finiti nelle mani di editori e testate giornalistiche prezzolate il bilancio si aggraverebbe. Abbiamo perso circa 20 anni. Forse di più. Chiedere di reagire sarebbe troppo, anche se basterebbe non votare più i soliti partiti. Ma cerchiamo almeno di renderci conto delle possibilità sprecate e di quanto abbiamo, tutti, voluto male a questo paese e a noi stessi.

                                                                                                               Francesco Fossa

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