domenica 13 settembre 2015

Eguaglia Marciano e si ritira.è Floyd Mayweather jr

Se fosse un calciatore lo chiameremmo Maradona, se fosse un cestista lo chiameremmo Bryant, se fosse un tennista lo chiameremmo Federer. Ma oggi parliamo di boxe, uno sport dove di palle per giocare ne servono due e per questo lo chiamiamo Floyd Mayweather jr. Un campione straordinario che ieri notte ha vinto il suo match di ritiro concludendo una carriera perfetta, eguagliando lo storico record di Rocky Marciano (che resisteva dal 1955) di 49 vittorie e 0 sconfitte. Pochi hanno spaccato il mondo del guantone come lui. Chi lo ama per la sua tecnica sopraffina ricorderà per sempre la sua genialità difensiva e la capacità inimitabile di schivare e colpire al momento giusto con una forza e una precisione non convenzionali per la classe dei pesi welter.
Chi lo odia ricorderà, invece, uno spaccone, pronto a fare della sua immagine un marchio di fabbrica, a crearsi il personaggio del "Money Maywheather", l'uomo che prima di ogni altra cosa mette i soldi ed il successo. Eppure il personaggio si è dimostrato così autentico e forte da resistere ai pugni della critica e, soprattutto, degli avversari. è vero, oggi tessiamo le lodi di quello che si è dimostrato essere un gran campione, ma per molti esperti rimarrà imparagonabile ai grandissimi del passato come Alì, Frazier o Foreman; questo perché il periodo di decadenza della boxe non ha visto solo un allontanarsi del pubblico, ma anche un abbattimento della competitività agonistica dei pugili. Quindi sì, Mayweather ha avuto pochi degni avversari, purtroppo per lui e per noi. Fra questi ricordiamo Manny Pacquiao, l'unico vero fenomeno alternativo a Floyd e ancora, ottimi pugili come Oscar de la Hoya e Shane Moosley. Ad ogni modo, Mayweather si ritira da campione del mondo, e non poteva essere altrimenti. Di una cosa siamo certi, un personaggio come lui e un pugile di tale classe mancheranno molto al difficile mondo della boxe professionistica. Here comes the money!!

                                                                                                                      Francesco Fossa

venerdì 11 settembre 2015

11 settembre: ecco tutte le prove dell'inganno globale

11 settembre, un giorno, un ricordo, una tragedia. Ahimè, ci sono altre parole da aggiungere all'idea che ci siamo fatti, negli anni, di questa data. Queste parole sono: Inganno, complotto, depistaggi. Oggi chi parla di complottismo è (alle volte giustamente) deriso poiché porta una sua verità che, se pur avvincente, non ha fondamenti razionali. L'11 settembre è, però, un caso a parte. In 14 anni si sono raccolte così tante prove dell'inganno globale che un nutrito gruppo di cittadini americani ha citato legalmente l'ex presidente Bush per omicidio plurimo. La verità difficilmente verrà a galla ma è nel ricordo delle vittime dell'attentato che bisogna cercare di ragionare e non precludere nessuna pista possibile. Oggi elencherò alcuni dei punti oscuri di quanto accaduto quel giorno consigliandovi anche di vedere su youtube il documentario "11 settembre, inganno globale".
1) Gli aerei degli attentati alle torri hanno compiuto cambi di rotta evidentissimi e chiaramente irregolari. Rilevati da quello che è il più efficiente sistema di sicurezza aeroportuale al mondo, non sono stati né intercettati, né c'è stata una tentata comunicazione verso i due aerei, nonostante i dirottamenti evidenziati siano avvenuti parecchio tempo prima degli impatti fatali.
2) Le torri furono progettate per resistere all'impatto di più di un aereo
3) Gli incendi e le esplosioni sono scoppiati nei palazzi con relativo ritardo rispetto all'impatto, tant'è che i primi a mettersi in salvo hanno potuto percorrere le scale di emergenza senza particolari problemi.
4)Le esplosioni che hanno causato i crolli non possono essere imputate all'impianto di riscaldamento poichè non era usato alcun tipo di combustibile.
5) IMPORTANTE: NELLE MACERIE DELLE TORRI GEMELLE SONO STATE TROVATE DAGLI ESPERTI EVIDENTI TRACCE DI MATERIALE ESPLOSIVO.
6) La caduta delle torri è stata verticale ( su sé stesse) e non orizzontale come dovrebbe accadere dopo un impatto con un aereo. I fisici e gli esperti hanno riconosciuto in questo tipo di crollo esattamente quello che avviene dopo l'esplosione di cariche da demolizione.
Per quanto riguarda, invece, l'aereo che si è schiantato contro il pentagono
1) l'aereo non è stato mai filmato e la carcassa mai rinvenuta
2) Le foto dimostrano chiaramente che il buco dell'impatto è troppo piccolo per essere stato causato da un aereo
3) Dalla dinamica dell'ipotetico impatto si dedurrebbe che i dirottatori fossero dei grandissimi esperti di volo poiché per una distanza relativamente lunga avrebbero dovuto condurre il boing praticamente rasoterra (tra l'altro senza lasciare il minimo segno di passaggio). Da fonti accreditate si viene a sapere, invece, che i dirottatori erano quasi dei principianti.
4) Come per le torri gemelle, anche al pentagono sono stati rinvenuti resti di materiale esplosivo.
Credo di aver riassunto con la giusta sintesi quelli che sono gli aspetti più oscuri della vicenda. La tesi dell'inganno vuole che i servizi segreti americani abbiano creato l'attentato per poter dare una giusta motivazione al popolo americano per le terribili guerre che gli USA hanno condotto e conducono tutt'oggi da quel tragico giorno (guerre condotte per chiari interessi economici). Non mi sento di dare ciecamente ragione a chi la pensa in questo modo anche se la verità marcia in modo significativo in tale direzione. L'invito è quello di prendere sempre con i guanti quello che ci viene detto da un'informazione ufficiale che è sempre più di regime. Per quanto mi riguarda è assolutamente vergognoso che queste prove siano state nascoste per così tanto tempo e, per amore della verità e della giustizia, bisogna far chiarezza e impegnarsi civilmente affinché nulla venga mai più nascosto.

                                                                                                                  Francesco Fossa

giovedì 10 settembre 2015

I dati reali del danno causato dai finanziamenti pubblici ai partiti

Ritorno a scrivere dopo quasi 2 mesi di silenzio per motivi personali. Desidero ringraziare in anticipo i lettori che mi rimarranno fedeli nonostante questa assenza prolungata e imperdonabile. Cari amici, quante cose sono successe in soli 2 mesi. Il mio primo pensiero va alla situazione di frontiera; fiumi in piena di persone che cercano uno sprazzo di libertà mettendo a rischio ogni cosa. Ma questa situazione non ha bisogno di grossi commenti, solamente un monito: ricordiamoci di essere umani, tutti e indistintamente. Insomma, diamoci da fare. Conoscete bene il mio pensiero a riguardo e preferirei evitare di essere ridondante. Piuttosto utilizzerei l'argomento per confrontare le vere emergenze con l'odierna attività parlamentare italiana che, come si sa, va sempre un po' contro tendenza. Per l'ennesima volta, infatti, si è approvato il finanziamento pubblico ai partiti, con il solo voto contrario del m5s. Ma analizziamo insieme qualche dato:
-1993 è l'anno del referendum che, a larga maggioranza, aboliva i finanziamenti pubblici ai partiti
-2700 sono i milioni di Euro incassati dai partiti dal 1994 ad oggi (ignorando il referendum)
- 700 sono i milioni di euro realmente utilizzati in attività politica dal 1994 ad oggi
Le domande sono ovvie. Quanti di quei 9 milioni di poveri italiani si sarebbero potuti aiutare con 2700 milioni? Quante imprese sarebbero potute ripartire? Quali risvolti occupazionali si sarebbero potuti ottenere? Quanto si sarebbe potuto fare per la scuola e l'istruzione pubblica? Quanto per le infrastrutture resistenti ai cataclismi?Quanto per rilanciare agricoltura, industria e prodotti italiani? Se poi andassimo ad aggiungere a questi milioncini i soldi pubblici finiti nelle mani di editori e testate giornalistiche prezzolate il bilancio si aggraverebbe. Abbiamo perso circa 20 anni. Forse di più. Chiedere di reagire sarebbe troppo, anche se basterebbe non votare più i soliti partiti. Ma cerchiamo almeno di renderci conto delle possibilità sprecate e di quanto abbiamo, tutti, voluto male a questo paese e a noi stessi.

                                                                                                               Francesco Fossa

domenica 19 luglio 2015

Cerchiamo di ricordare

Cerchiamo di ricordare,
19 Luglio 1992. L'apice della mattanza. La morte di un uomo, la morte di uno stato, la morte di una nazione. Ma non solo. Quel giorno è un punto di non ritorno, in un certo senso, una rinascita. Quel 19 Luglio segna forse un nuovo inizio, il vero inizio della seconda repubblica; una repubblica, questa, nata su presupposti mafiosi, nata dalle radici di una trattativa che si è protratta per anni e che continua ancora oggi. Dopo quel giorno la politica italiana conoscerà la più grande infiltrazione criminale che si ricordi.
Il 19 Luglio non è solo un momento emozionale per ricordare la scomparsa di un fiero servitore dello stato pulito e dei valorosi agenti che si occupavano della sua protezione, ma si tramuta nella presa di coscienza di un clima politico trasformato, corrotto, e dissacrato per sempre. Nella memoria di Paolo Borsellino, l'uomo che ,per poco, non sconfisse il sistema malato nascosto dietro i più alti poteri d'Italia, nessuno escluso, voglio appellarmi a chi, come me, crede che questo nostro paese si possa cambiare per amore della verità e del futuro. Nell'esempio di chi ha pagato con il sangue il prezzo del biglietto, non dimentichiamo, mai , il legame viscerale che ci legherà per sempre al nostro paese e combattiamo ogni giorno, a partire dai piccoli gesti della quotidianità, affinché vengano preservati l'onestà e l'amore che la nostra meravigliosa patria merita. Grazie Paolo Borsellino.

                                                                                                                   Francesco Fossa

mercoledì 15 luglio 2015

Alexis l'ingenuo

Alexis Tsipras è chiaramente l'uomo del momento, mi sembra evidente. Ma sotto il bel volto, che fa impazzire sempre più le casalinghe annoiate, c'è una concreta alternativa politica? La verità è che, sul livello politico, stiamo assistendo a un vero tracollo dell'uomo Tsipras. Dopo aver raccolto tutto l'entusiasmo degli stati del "Sud Europa" attraverso slogan del tipo "potere al popolo", "democrazia", "anti-austerity" e dopo aver coinvolto la sua gente in un referendum che odorava già di storia, il buon Alexis sembra essersi rimesso in riga, anzi, con le sue nuove mosse politiche ha condannato la Grecia al baratro definitivo. Mi riferisco in particolare al piano di privatizzazioni record concordato in cambio di prestiti immediati, piano che non lascerebbe al paese ellenico neanche le briciole della sua produzione.
E ancora, il regime di tassazione imposto è addirittura peggiore di quello chiesto dall'UE nel pre-referendum. Lo stesso ex ministro delle finanze Varoufakis ha dichiarato che Tsipras avrebbe accettato un piano scellerato. A mio avviso, molto di questa situazione è da imputare proprio alle dimissioni  del ministro dell'economia, il quale aveva progettato un sistema di monete parallele che veramente ha terrorizzato i banchieri europei. Come se non bastasse, dietro l'angolo fa capolino il rischio ingovernabilità ,dato che le scelte del premier ellenico non sono state prese bene neanche dal suo stesso partito. In conclusione, io non credo che Alexis Tsipras sia una persona malvagia e corrotta come già si sente dire in giro, ma penso che, come gran parte dei politici della sinistra ideologica, sia molto ingenuo. Ha creduto di poter cambiare l'Europa accomodando ogni cosa (ignorando, in parte, l'esito del referendum), credendo nella buona fede del progetto europeo, credendo che, infondo, questa organizzazione sovranazionale avrebbe fatto di tutto per salvare la Grecia, rimettendoci lei per prima. Ecco i risultati: il popolo greco è allo sbando e l'Europa dei forti sta comprando ogni centimetro della penisola, rafforzandosi. Ciò che non si distrugge ritorna più forte di prima.

                                                                                                  Francesco Fossa

giovedì 9 luglio 2015

In difesa degli squali e...della ricerca

Cari lettori,
Vi propongo, oggi, un tema del tutto atipico e mai affrontato in questo blog: la salvaguardia degli animali. E' davvero qualcosa fine a sé stessa , legata a quegli animalisti brontoloni che sembrano mettere gli uomini in secondo piano? Forse c'è qualche mito da sfatare a riguardo.
Oggi vi porto l'esempio di un caso peculiare che riguarda animali di cui ,fin da piccolo, sono innamorato: gli squali. Questi predatori, spesso al vertice della catena alimentare, vengono  dipinti come spietati killer marini che, alle volte, mettono al centro del loro menù l'uomo. Ecco il primo mito da sfatare. L'uomo non è una preda naturale dello squalo. Questi pesci ci attaccano il più delle volte perché ci scambiano per prede naturali (i surfisti sulle tavole confusi per leoni marini, ad esempio) o perché si sentono fortemente minacciati nel loro territorio. Ad ogni modo, quante sono le vittime (morti) degli squali ogni anno? Udite, Udite...circa 0,3!! Praticamente è più probabile essere colpiti mortalmente da un fulmine che da un pescecane.
Adesso vi spiego perché, oggi, mi va di darvi queste informazioni. Sulla base di questo terribile ritratto fatto degli squali si è, negli anni, sviluppata una caccia al mostro (anzi, ai mostri) senza precedenti, ponendo questi magnifici pesci a rischio di estinzione. Primo fra tutti il magnifico squalo martello maggiore, spesso cacciato per la sua carne e per gli oli prodotti dal suo fegato, risulta essere fra le specie sottoposte a maggior rischio. E ancora, Il grande squalo bianco, cacciato per il valore commerciale delle sue fauci e tanti altri, sono nella categoria dei "vulnerabili all'estinzione". Ma perché gli squali sono importanti? Perché mantengono e stabilizzano gli ecosistemi e ciò può essere fondamentale ai fini della ricerca. Esempio principe: L'isola di Pasqua. L'ecosistema marino di quest'isola era unico al mondo ed erano presenti specie del tutto introvabili in altre parti del globo. La pesca senza pietà degli isolani nei confronti degli squali ha fatto migrare altrove le varie colonie modificando e rovinando in modo irreparabile una fauna rarissima che ruotava attorno proprio agli squali. Sono molti gli animali che vivono grazie ai pescecani a partire dalle remore per arrivare ai pesci pilota. La ricerca ovviamente ne esce gravemente danneggiata da questi squilibri causati dall'uomo ed è questo il motivo principale che mi spinge a segnalarvi questo problema, non un animalismo fine a sé stesso. Speriamo possa davvero cambiare qualcosa al fine di una nuova armonia fra noi e questi magnifici animali.

                                                                                                          Arturo Francesco Fossa

martedì 30 giugno 2015

Non è l'Europa che vorrei

Scrivo questo post come sfogo (spero razionale). Ho taciuto per un po' in questo periodo nonostante la scena politica mi desse vastissimi argomenti di cui parlare. Cercherò di recuperare ora il tempo perduto nel silenzio. Un silenzio causato dall'imbarazzo più totale. Cosa ci siamo persi? Ebbene, c'è un paese sull'orlo del fallimento con milioni di persone che vedono andare in frantumi sacrifici di una vita, che cercano garanzie, protezione, rassicurazione. Chi avrà il coraggio di dire loro che c'è  da stare tranquilli? Potevano pensarci i burocrati dell'Unione Europea cercando di rendere il più elastico possibile il piano salva Grecia, come avrebbe fatto qualunque confederazione di Stati democratici in un'ottica più solidale e meno autoritaria. Ma non l'hanno fatto. Potevano farlo i banchieri, istituendo un euro a due velocità per i paesi strozzati dal valore di cambio vertiginoso. Ma non l'hanno fatto. Potevano farlo i singoli stati membri con i loro politici, dichiarando apertamente che la situazione in Grecia andava risolta con l'aiuto di tutti e non limitandosi a "La Grecia deve rispettare le scadenze dell'Unione". Ma non l'hanno fatto. E ancora, (cambiando tema) gente disperata che attraversa il Mediterraneo per salvarsi la pelle e che vede sbattersi la porta in faccia dalle maggiori "democrazie" della Terra, come se la vita e la ricerca della felicità fossero beni riservati a pochi eletti "meritevoli" di essere nati in paesi ricchi. Si poteva e si può stabilire un sistema di quote di ripartizione e di aiuto per questa povera gente rivedendo il vergognoso trattato di Dublino che, di fatto, impedisce la libera circolazione dei rifugiati nei paesi dell'Unione. E non è stato fatto.
Vengo spesso accusato di essere euro-scettico come se ciò fosse un crimine nazista. Lasciatemi solo dire che questa NON è L'EUROPA CHE VORREI. Vorrei un'Europa dove finalmente venga messa al centro dell'attenzione la vita del singolo e della comunità, non interessi economici di pochi. Vorrei un' Europa che sia lasciata libera di crescere nelle sue parti, non forzando una improbabile crescita comune a ritmi che pochi possono reggere. Vorrei un'Europa accogliente per tutte le persone che fuggono dalla guerra e dalle atrocità. Vorrei un'Europa in cui la sovranità monetaria sia data ai singoli stati che, meglio di tutti, conoscono i propri ritmi di crescita. Vorrei un'Europa che sviluppi sistemi energetici alternativi e che non si chini di fronte alle multinazionali del fossile. Vorrei un'Europa che attui processi di democratizzazione del capitale, facendo di ogni cittadino un produttore e venditore di energia e non solo. E , soprattutto, vorrei un'Europa, solo che la vorrei DIVERSA. E non penso abbiamo imboccato la strada giusta per un vero rinnovamento.

                                                                                                           Francesco Fossa

venerdì 12 giugno 2015

Mafia capitale: i misteriosi 5000 euro a Renzi

Torniamo a parlare di Mafia capitale alla luce di nuove intercettazioni di Salvatore Buzzi, il famigerato "re delle cooperative rosse", emerse dalle indagini. Il "rosso" avrebbe versato 15000 euro per finanziare il PD e, scoperta del giorno, 5000 euro alla fondazione "Open", forziere economico del premier Matteo Renzi. Secondo il tesoriere di Open, i soldi sarebbero stati restituiti dopo la prima ondata di arresti 6 mesi fa. La riflessione che voglio lanciare è, però, un'altra.
E' possibile che a pochi giorni dai 44 arresti, nel sequel dello scandalo, e dopo la scoperta degli stipendi pagati da Buzzi al Pd capitolino non si faccia nulla per la trasparenza delle fondazioni che sostengono i politici? Prendiamo l'esempio della già citata "Open" di Renzi. Questa organizzazione, collegata oramai con i poteri più alti dello stato, rende visibili solamente il 40% dei suoi finanziamenti. (fonte: il Fatto Quotidiano) Dopo il rintracciamento di questa mazzetta da 5000 euro, chi può garantire che la fondazione non abbia ricevuto altro denaro sporco? La cosa che fa più male è sapere che stiamo parlando di marciume scovato sotto il primo partito d'italia, quello che, per il principio della rappresentanza virtuale, fa le veci dell'intero popolo italiano. Regolamentare i finanziamenti privati e legiferare sulla trasparenza di politici ed enti a loro sostegno potrebbe essere un primo passo per far tornare i partiti alla vera politica partecipativa, combattendo anche la vergognosa (per il sistema politico) ondata di astensionismo elettivo che, di certo, non può far altro che male in un paese dove il popolo viene continuamente defraudato della sua sovranità sacra.

                                                                                                           Francesco Fossa

giovedì 11 giugno 2015

La Gabbia che "ingabbia" nella paura

Voglio proporre oggi ai miei lettori una riflessione sul giornalismo, sulla comunicazione, sulla fomentazione. Tanti termini per dire una sola parola: televisione. In particolare oggi intendo rivolgere (da modesto telespettatore) delle critiche al talk show televisivo "la Gabbia" condotto da Gianluigi Paragone. Faccio una premessa, quello che sto per dire non vuole assolutamente essere un attacco al pluralismo ideologico, visto che mi sto rivolgendo all'unica trasmissione veramente "di destra" presente nel palinsesto televisivo, ma credo che, pur manifestando un certo conservatorismo (legittimo in un paese democratico), debba prevalere sempre l'aspetto giornalistico, ovvero la pura volontà di voler fare una corretta informazione. Mi spiego meglio. Troppe volte ho assistito, durante la trasmissione, a servizi unidirezionali, xenofobi, razzisti, che, ad esempio, prendono come pretesto un fatto criminoso per condannare intere etnie. Sbagliatissimo. Dirò cose forse scontate ma diffondere così la paura fra la gente non è modo di risolvere il problema immigrazione e, tanto meno, di proporre giornalismo.
 Secondo aspetto che non mi piace. Chi c'è in studio con Paragone? Esponenti di primo piano della destra come Salvini (e fin qui tutto ok) corredati sempre più spesso dalla presenza in trasmissione dei vertici di casa Pound, associazione che a più riprese si è identificata nel neofascismo (e per i criminali non esiste pluralismo ideologico che tenga, per quanto mi riguarda). La puntata di ieri mi da modo di criticare il comportamento dello stesso Paragone che ,più volte, ha parteggiato per Salvini alleandosi letteralmente con lui per fronteggiare il contraddittorio blando dell'incolpevole Kalid Chaouki, deputato PD emblema, guarda caso, dei diritti musulmani. In ultima analisi, il pubblico. Per semplice correttezza, è possibile tributare ovazioni a Salvini alla sua semplice presentazione e fischiare,invece, il già citato Chaouki senza che non abbia espresso neanche un concetto? (detto per inciso, chi mi conosce sa che non sono un difensore del Pd, anzi). Non sono nessuno per condannare il lavoro di professionisti più preparati di me ma, lasciatemi dire, che da semplice telespettatore consiglierei a quelli de "La Gabbia" di rivedere la loro linea di conduzione per il bene di un paese ,ahimè, sempre più preda della paura.

                                                                                                      Francesco Fossa

mercoledì 10 giugno 2015

Chiesto l'arresto per Azzollini (ncd), trema il governo Renzi

Nuova stangata per il governo Renzi. Dopo la notizia del sottosegretario Castiglione indagato per turbativa d'asta nell'inchiesta del Cara di Mineo, oggi la Procura della Repubblica ha esposto una richiesta d'arresto per il Senatore Azzollini del Nuovo Centro Destra, attuale presidente della commissione bilancio di Palazzo Madama. Già sindaco di Molfetta, l'accusa nei suoi riguardi sarebbe di bancarotta fraudolenta essendo, secondo il PM, responsabile del crack di 500 milioni della casa di cura "Divina Provvidenza". L'inchiesta coinvolge 10 indagati di cui 9 sono sospettati di associazione a delinquere.
Due riflessioni in merito. La prima consiste nella costatazione di questa "nuova forza politica di centro destra" che sta venendo alla ribalta non tanto per meriti, quanto per il non indifferente numero di "inguaiati" con la giustizia. Nel NCD sono infatti 19 su 54 i parlamentari "birichini", ovvero circa il 35% (fonte: il Fatto Quotidiano). Seconda riflessione: quanta credibilità può avere un governo i cui partiti di riferimento sono implicati in faccende così oscure? La nuova ondata di arresti per Mafia Capitale dovrebbe come minimo indurre il corpo politico e, soprattutto, l'elettorato a meditare su quale sia il grado reale di giustizia sociale in questo paese. Ricordiamolo, la maggior parte degli indagati per Mafia Capitale sono del PD, anche se i mezzi di informazione convenzionali cercano di sviare l'attenzione su qualche pesce piccolo del genere di Alemanno che, oramai, dopo anni di malaffare politico, non conta più nulla. L'attenzione andrebbe, invece, calamitata sui presunti delinquenti che reggono il governo attuale e che, quindi, sono potenzialmente ancora nocivi per le istituzioni italiane.

                                                                                                      Francesco Fossa

martedì 9 giugno 2015

La confessione di Buzzi: 76 milioni senza gara dalla giunta Marino

Cari lettori,
Dopo una lunga assenza dal blog, a causa di motivi di studio, torno a scrivere per segnalarvi la notizia che probabilmente deciderà il futuro della politica Italiana. Il re delle Coop rosse Buzzi avrebbe depositato agli atti del pm una confessione che distruggerebbe, se accertata, la giunta Marino, il Pd romano e, probabilmente, il governo.
Secondo Buzzi, infatti, la giunta Marino avrebbe garantito un appalto senza gara per 76 milioni di euro in merito alla vicenda dell'accoglienza Sprar dei 2500 migranti. "E poi sarei io il corruttore, eh?". Ma l'anatema peggiore arriva sulla questione Mineo, dalla quale, secondo Buzzi, dipenderebbe il destino del governo. Non ci sono dichiarazioni complete ma qualcosa, a quanto pare sta per uscire fuori. Inoltre altre rivelazioni scottanti: stipendi pagati al Pd romano dal re delle Coop, dipendenti assunti solo su raccomandazione politica, logiche spartitorie. La vicenda e l'intreccio sono davvero complessi e preferisco linkare, qui in fondo, direttamente la fonte dalla quale ho appreso le notizie, un articolo davvero ben fatto de "Il Giornale".

http://www.ilgiornale.it/news/politica/buzzi-inguaia-marino-e-lancia-lanatema-governo-cadr-su-mineo-1138442.html

                                                                                                       Francesco Fossa

mercoledì 27 maggio 2015

P2 e attualità: quante cose in comune!

Cari lettori,
incuriosito da un intervento di Marco Travaglio per la rivista Micro Mega mi sono documentato sulle effettive congruenze fra il "Piano di rinascita democratica" (disegno politico della loggia P2) e la attuale situazione politica del nostro paese. Voglio qui riportare qualche punto saliente del piano di Gelli facendo dei raffronti fulminei con l'attualità.
1) Più potere al premier e al governo. Beh, qui ci siamo alla grande. Oggi si assiste ad uno svuotamento del potere parlamentare con un governo che prende la maggior parte delle iniziative legislative, compiendo quasi un abuso. Questa situazione va avanti da anni oramai ma il massimo ,secondo me, si è raggiunto quest'anno con l'effettiva nomina del presidente della repubblica da parte di un Premier. Oppure possiamo ricordare la questione di fiducia posta dal governo sulla legge elettorale, roba da ventennio fascista. E potrei andare avanti.
2) Controllo degli organi di stampa da parte della politica. Qui viene quasi da ridere. Oramai non c'è più bisogno di comprare i giornalisti... sono loro che pagherebbero per vendersi! E che dire delle televisioni? veniamo da un ventennio in cui un Premier è riuscito ad imporre il suo dominio mediatico sia attraverso le sue televisioni private sia attraverso l'effettiva influenza sulla tv di stato. ( si ricordi il famoso editto Bulgaro dopo il quale furono licenziati dalla rai gli unici 3 oppositori mediatici di Berlusconi).
3) Rottura dell'unione dei sindacati e riduzione del loro ruolo a semplici interlocutori. Viene da dire:"perché, oggi esistono i sindacati?"
4) Abolire l'automatismo "Titolo di studio-Lavoro". Secondo me qui non c'è bisogno di commentare. I milioni di laureati disperati parlano da soli. E con loro parlano jobs act e abolizione dell'articolo 18.
5) Responsabilità civile dei magistrati. Da destra a sinistra, chi non è favorevole?
6) Progetto Bicamerale per le riforme costituzionali. Ne abbiamo avute ben 3, di cui l'ultima ha visto la partecipazione dei migliori piduisti. e ancora negli ultimi anni dobbiamo sorbire continui attacchi ai principi più importanti della nostra costituzione, spesso i primi ad essere messi in discussione.
Ahimè, non ho le conoscenze per procedere nel mio elenco ma mi sembra di aver toccato 6 punti fondamentali. In ogni caso vi invito a ricercare il testo del Piano di rinascita democratica e a farvi quattro risate amare. Un vero attentato alla democrazia diventato prassi.

                                                                                                       Francesco Fossa

venerdì 22 maggio 2015

La cultura offgrid: addio alle bollette

Voglio parlarvi oggi di un vero fenomeno mondiale, di futuro e, quindi, di qualcosa di cui l'Italia si accorge con colpevole ritardo. Cosa è Offgrid? Questo termine indica il completo distaccamento di strutture residenziali (e non) dalle reti di fornitura di energia (elettricità, gas ecc) ,possibile grazie all'assoluta autosufficienza delle suddette strutture. Come è possibile tutto ciò? Grazie alle moderne tecnologie del fotovoltaico, dell'idrogeno, dell'eolico ecc è possibile trasformare case, scuole, ospedali ecc in veri produttori di energia pulita. Prendiamo un esempio a noi vicino. La prima abitazione completamente offgrid in Italia è stata costruita nelle Marche. Essa è in grado di convertire l'energia solare in energia elettrica in modo talmente efficiente da ottenere un grosso surplus di produzione. L'avanzo è gestito da un deposito interno che può, a sua volta, smistarlo a un convertitore elettricità-idrogeno collegato all'impianto di riscaldamento dell'ambiente e ad una colonnina per rifornire la propria auto ibrida (se la si possiede).
Vi sembra fantascienza? Beh forse qui da noi ancora lo è. Girovagando un po' per il mondo, però, ci accorgeremmo che, in altre situazioni, l'offgrid è una solida realtà. E' il caso di alcune città tedesche della Baviera, di alcune aree della California e di grossi quartieri di Stoccolma, solo per citare qualche esempio. E se ci fosse carenza di fonti primarie? niente paura. Le comunità offgrid dispongono di software all'avanguardia dove ogni cittadino è in grado di vendere parte della sua energia a un altro così che si possa creare una situazione di "capitalismo democratizzato" dell'energia. Non sono io ad aver inventato questo termine ma il grandissimo matematico ed economista Jeremy Rifkin, guru assoluto della Green Economy. Oramai le sue teorie e le sue soluzioni stanno trovando sempre più riscontro in un mondo che sta ,pian piano, prendendo consapevolezza che il rispetto dell'ambiente non è solo etica corretta ma anche convenienza.

                                                                                                       Francesco Fossa

lunedì 18 maggio 2015

Arriva al senato la legge sull'ecoreato

Cari lettori,
Dopo una lunghissima attesa è finalmente arrivata alle camere una proposta di introduzione nel codice penale dell'ecoreato. A firmarla sono stati i parlamentari del movimento 5 stelle che, stavolta, sono davvero vicini ad infliggere un colpo gravissimo a tutto il sistema criminale che da anni si cela sotto i reati ambientali. Non voglio entrare nei dettagli della legge poiché non credo di averne le competenze ma ci tengo a riassumere i punti salienti del progetto. Per "Ecoreato" si intende qualunque danno arrecato alla flora e alla fauna sia terrestre che marina e si va dai reati più lievi ,che prevedono una sanzione civile proporzionata, ai disastri ambientali la cui pena può arrivare fino ai venti anni di reclusione con multe che superano il milione di euro.
L'articolo che sicuramente sta facendo più discutere resta comunque quello sulla possibile riduzione della pena fino ai due terzi se si fa in modo che il reato non si protragga nel tempo (se ci si pente, detto in modo spicciolo), insomma uno sconto troppo generoso secondo alcuni. C'è soddisfazione in casa M5S per questo ddl (che deve comunque essere ancora visionato dalle camere, ricordiamolo) che, secondo Beppe Grillo, costituirebbe una svolta storica per il paese. Al netto delle polemiche sui vari tratti della legge penso che ,con un simile deterrente approvato al momento giusto, si sarebbero potuti evitare disastri come la "terra dei fuochi" o il caso Ilva i cui effetti sono vivissimi oggigiorno. Non resta che augurarsi che l'Iter del disegno non sia eterno come spesso accade per le leggi di iniziativa parlamentare e che finalmente si possa stroncare un business fortissimo della criminalità organizzata che ,oramai, sta facendo più vittime che denaro.

                                                                                                                   Francesco Fossa

sabato 16 maggio 2015

Golden Gate Jumpers

Dopo qualche giorno di assenza ritorno a scrivere per il blog cercando di trovare qualcosa di diverso dalla oramai noiosissima politica, o meglio, cercando degli aspetti diversi. Oggi voglio lanciare una riflessione di tipo sociale su quanto sia davvero sostenibile per l'essere umano l'evoluzione della società. Mi sono documentato in questi giorni, essendo uno studente di sociologia,  su una faccenda che mi ha toccato nel profondo e che ,spesso, viene affrontata nella mia materia: il suicidio. In particolare, trovando alcune statistiche, ho appreso che gli USA sono uno dei paesi con più alta percentuale di suicidi (più o meno ne avviene uno ogni 17 minuti). In particolare mi sono soffermato sulla tristissima fama che ha il Golden Gate Bridge di San Francisco, ovvero quella di essere il luogo maggiormente frequentato dai suicidi su scala mondiale. Stando ad una statistica del 2010, sarebbero 1300 le persone che avrebbero compiuto l'atto estremo gettandosi dal ponte a partire dal 1937, anno della sua inaugurazione.Un numero impressionante.Ancora più sconcertante è la quantità di gente che si apposta sotto il ponte per filmare i salti nel vuoto. Addirittura è stato realizzato un documentario a riguardo dopo un anno di appostamenti di una troupe cinematografica professionale. Ok, in America tutto è spettacolo, ma così sembra troppo.Ad ogni modo, la riflessione che volevo lanciare è la seguente: Perché in una società ritenuta unico vero modello  per tutto l'occidente si uccide così tanta gente? Siamo sicuri che la crescita sproporzionata dell'economia, dei ritmi lavorativi e dei ritmi quotidiani in generale siano il modo giusto per raggiungere una buona inclusione sociale? O, forse, abbiamo sbagliato i calcoli? Forse il modello di crescita USA è agli antipodi con la felicità del singolo, forse c'è bisogno di una soddisfazione che vada oltre il materialismo imperante propostoci dal nuovo continente, forse c'è qualcosa che non va.Io credo che questa faccenda triste, come tante altre, debba farci riflettere un po' di più sul mito americano, a volte preso troppo superficialmente come aspirazione soprattutto dai più giovani.

                                                                                               Francesco Fossa

lunedì 11 maggio 2015

Immigrazione: A cosa serve abbattere i barconi?

Cari amici,
Oggi si è riunito il consiglio di sicurezza dell'ONU e fra i temi trattati ha avuto grande rilievo quello dei viaggi dei profughi nel Mediterraneo. La soluzione proposta dall'UE tramite l'alto rappresentante Mogherini e dall'Italia, specialmente attraverso le parole del ministro dell'interno Alfano, sarebbe quella di distruggere i barconi (prima della partenza chiaramente, ci mancherebbe altro). E' su questa curiosa decisione che vorrei discutere oggi. E' davvero attuabile una cosa del genere senza dover intraprendere una vera e propria azione di guerra, come dichiarato più volte dall'Europa? Beh, se così fosse bisognerebbe ottenere la partnership delle autorità libiche, altrimenti vorrebbe dire invasione ingiustificata. C'è però un piccolo problema. In un paese dove da anni imperversa una terribile guerra civile e dove si vivono spaccature politiche continue fra fazioni della popolazione e dell'esercito, quale sarebbe l'autorità a cui rivolgersi? Secondo problema: Come possono essere individuati i barconi effettivamente appartenenti ai trafficanti? Non so se si tratti di ignoranza, ma bisognerebbe ricordare ai signori dell'Unione che i barconi appartengono tutti a prestanome, ovviamente. Intendono distruggere tutte le barche libiche, forse? Non si sa. Quel che è certo è che tante persone stanno cercando di fuggire da una guerra terribile e che bisogna salvar loro la vita, è un loro pieno diritto. Sarebbe auspicabile, invece di queste soluzioni fantasiose, una divisione dei migranti per ogni paese europeo in modo da garantire un futuro ai tanti profughi e di non creare situazioni "ghetto" come spesso succede in Italia.
Dopo tutto, che merito abbiamo noi per essere nati in un paese ricco? Nessuno. E che colpa hanno gli immigrati per vivere in guerra? Nessuna. A mio parere il mondo è di tutti e ogni uomo dovrebbe esser libero di ricercare la propria felicità in qualunque angolo del pianeta. E' vergognoso che ci sia gente che esulti ogni qual volta un barcone affonda nel Mediterraneo. Lo trovo da barbari e da...non so veramente come definire certa gente.
 Fino ad ora,relativamente a questo argomento, mi ritengo orgoglioso di essere italiano. L'Italia è stato un grande paese che ha salvato tante vite umane. Ma con l'evolversi di questa proposta "affonda barconi" non so se potrò continuare a pensarla così.

                                                                                                        Francesco Fossa

domenica 10 maggio 2015

Le discutibili prese di posizione di Umberto Veronesi

Cari lettori,
All'indomani della marcia per il reddito di cittadinanza compiuta dal movimento 5 stelle (forza politica che ho sempre sostenuto apertamente), voglio esprimermi chiaramente sulle chiacchieratissime dichiarazioni di Beppe Grillo in campo medico. Non sono un fanatico e ragiono con la mia testa. Ergo quando c'è qualcosa da criticare nella mia parte politica lo faccio senza problemi qui e direttamente sul Blog di Grillo. Le affermazioni riguardo la mammografia sono state senza dubbio avventate e mi sento di prendere assolutamente le distanze da quanto detto (anche se mi è arrivata voce che Beppe ieri sera abbia abbassato il tiro, scusandosi). La prevenzione rimane l'unico modo efficace per abbassare il tasso di mortalità per i tumori al seno e su questo non mi permetto di aprire bocca portando il dovuto rispetto verso tutte quelle donne che hanno sofferto e che soffrono per un dramma del genere. Quello che però condivido di quanto detto dal "leader" è l'invito a non fidarsi di una persona come Umberto Veronesi, il famoso oncologo. Qui voglio riportare qualche sua discutibile presa di posizione pubblica che lo ha fatto cadere in completa contraddizione con l'etica del suo mestiere. Innanzitutto, una delle questioni che mi è più vicina in quanto lucano e meridionale in generale: Gli inceneritori. Ebbene il Dottor Veronesi si è più volte dichiarato a favore di queste strutture rivendicandone l'assoluta sicurezza per le popolazioni. Io proporrei all'esimio Professore un soggiorno nel melfese, magari nei pressi del "termovalorizzatore Fenice" e gli farei leggere le analisi effettuate su questo mostro ecologico (anche se ne è perfettamente a conoscenza). Metalli pesanti, composti organici volatili e fluoruri sono solo alcuni degli elementi infinitamente dannosi emersi dalle perizie. Di conseguenza l'area interessata presenta un altissimo tasso di tumori che contribuisce a rendere (anche con l'aiuto delle ingenti estrazioni petrolifere in Val d'Agri) la Basilicata la regione più colpita da malattie oncologiche. Come si spiega una tale presa di posizione ? Semplice. Fra i maggiori partner della fondazione Veronesi figurano nomi di grosse aziende che si occupano della costruzione di inceneritori, centrali elettriche ad oli, a carbone e termonucleari come Enel, Acea e Veolia Environnement.
Ho anticipato la seconda questione: presa di posizione favorevole al nucleare. Ancora una volta Veronesi rivendica la sicurezza degli impianti e l'innocuità per l'uomo. Un solo ricordo per rispondere: Fukushima, l'impianto nucleare che era ritenuto fra i più moderni al mondo. E non aggiungo altro. Inoltre, su questo argomento, l'oncologo è stato fortemente criticato dal premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia, in completo disaccordo con lui. Penso che questo basti a far prendere con le pinze qualunque cosa dica quest'uomo, ahimè sempre in mezzo a interessi e poteri maggiori lontano dai quali dovrebbero essere tutti i medici che si propongono di perseguire il bene dei pazienti.

                                                                                                           Francesco Fossa

sabato 9 maggio 2015

Talent show: testimoni della crisi del cantautorato

Voglio,oggi, affrontare oggi un argomento che mi sta molto a cuore. Crisi del cantautorato italiano: quanto influiscono i talent? 
L'evidenza parla da sola. Ci troviamo in un periodo storico in cui l'intrattenimento è fondamentale. E' sì fondamentale per un business redditizio di produttori ed editori vari ma è soprattutto importante per motivi sociologici. l'intrattenimento distrae, tranquillizza, è rassicurante per un cittadino medio che ha passato la giornata cercando di portare a casa quel poco di pane che ci è rimasto da prendere. Il talent show rappresenta il connubio perfetto fra l' intrattenimento e l'arte più amata nel bel paese: la musica.
Quella che sto per fare non è una critica a 360° sui talent che pur danno visibilità a ragazzi che sarebbero rimasti nel sottosuolo e che,spesso, si dimostrano dei validissimi cantanti. Quello che mi sento di condannare è il poco spazio lasciato alla creatività del singolo da parte dei vari format. Mi spiego. Ai partecipanti di questi show non viene data la possibilità di esprimersi con musica propria o ,per lo meno, ciò accade molto raramente.
Durante lo svolgersi dello spettacolo vediamo formarsi dei grandissimi interpreti. Esatto, soffermiamoci sulla parola "interprete". Il giovane uscito da un programma del genere avrà appreso, forse, a stare su un palco, a coinvolgere un pubblico, ad applicare alla grande le tecniche canore, ma al momento di dare ad un percorso artistico la propria impronta questi giovani "talenti" sono ,quasi sempre, assenti. Il disco d'esordio viene sempre scritto e musicato da altri e quegli altri sono spesso soggetti alla volontà di produttori e discografici che seguono il trend per fare musica facendo sì che si crei un' OMOLOGAZIONE MUSICALE senza precedenti. Ma dov'è l'artista in tutto ciò? Penso che il vero artista sia quello che sappia imporre la sua firma chiara su qualunque cosa  faccia, che sappia imprimere le sue emozioni, che sappia dare dei messaggi più o meno grandi e che ,fondamentalmente, sappia comunicare. Ci troviamo a vivere un momento in cui i grandi comunicatori artistici rimangono underground e i grandi palchi vengono riempiti da personaggi creati dal business del tutto discutibili dal punto di vista espressivo. I Talent, che forse hanno delle potenzialità, sono complici di tutto questo poiché sono reali DISTORSORI DI TALENTI. Dedicherò uno dei prossimi post alla giovane cantautrice Levante alla cui presentazione discografica sarò presente. A presto.

                                                                                              Francesco Fossa

venerdì 8 maggio 2015

Perchè NO EXPO? Per corruzione

Il titolo di questo post è la citazione di un candido Bruno Vespa ,ingenuo (o forse no) riguardo alle incomprensibili proteste per Expo 2015. Premetto che questo articolo non vuole essere una giustificazione verso gli atti violenti e vandalici di qualche giorno fa (che condanno apertamente) ma solo un modo per ricordare ai miei lettori le valide motivazioni che avrebbero dovuto fermare l'organizzazione di questa esposizione mondiale. E' proprio vero che gli italiani (e Vespa in particolare) hanno scarsa memoria. Bisognerebbe ricordare  che ,In pochi mesi, si sono succeduti ,sotto la sigla Expo, i peggiori scandali di tangenti e appalti, tanto che la stampa (stranamente spietata) titolava "è scoppiata la nuova tangentopoli", "Expo, cronaca di uno scandalo annunciato" ecc. Ve lo ricordate Enrico Maltauro? Vi rinfresco la memoria. Si tratta dell'imprenditore arrestato l'8 maggio  2014 perché in mezzo ad un giro stratosferico di appalti truccati e tangenti. Questo simpatico elemento vinse le gare per gli appalti indispensabili di Expo per un totale di 97 MILIONI E MEZZO DI EURO. Ovviamente le gare erano truccate. Da chi? Ma ovviamente dall'allora direttore generale e responsabile dei contratti Expo Angelo Paris, che domande.
E gli altri personaggi? Vi ricordate di Gianstefano Frigerio? Ecco, in questo caso si tratta di un veterano di Tangentopoli '90. Chiaramente era lì pronto a ricevere mazzette da Maltauro per i suoi servigi da faccendiere dichiarando poi di aver ricevuto solo delle "regalie".Detto per inciso, Maltauro è anche sospettato di subappalto a ditte legate ai clan mafiosi. A completare la squadra dei "tangentisti" si aggiungono Primo Greganti (allora uomo del PD oggi sospeso dal partito) e Luigi Grillo ex PDL. Non sto qui ad entrare nei dettagli dei processi. Basta digitare su Google "scandali expo" e avrete un dossier completo di tutti i fatti. Non so se sussista ancora il dubbio che ci siamo posti in partenza: perchè NO EXPO? Risposta: Expo è un evento nato sulla corruzione imperante che spadroneggia nel nostro paese. Dopo aver saputo degli appalti truccati, delle tangenti, dei faccendieri, della presunta mafia ecc un paese responsabile avrebbe annullato tutta l'organizzazione per dare un segnale forte del tipo "noi non esponiamo la corruzione". E invece no. Come al solito sulle questioni favoritismo e tangenti ci si passa sopra molto volentieri come per dire "ma sì, facciamo finta che non è successo niente così faremo una bella figura davanti al mondo". L'Italia non ha fatto una bella figura con i suoi cittadini che, come di consueto, vengono defraudati dei loro soldi per far mangiare sempre i soliti.

                                                                                                      Francesco Fossa

giovedì 7 maggio 2015

Prodi confessa: sulla Grecia mi hanno fatto tacere

Cari lettori,
navigando sul web oggi mi sono imbattuto in questa notizia sensazionale. Durante una conferenza internazionale ufficiale organizzata dall'istituto universitario europeo, il Prof. Prodi avrebbe dichiarato:" La Grecia ha imbrogliato i conti perché Italia, Francia e Germania glielo hanno lasciato fare Quando io provai a dirlo, che stavano splafonando dal limite del 3%, che a me non piace ma che andava rispettato, mi fecero tacere, dicendo che un'autorità superiore non poteva controllare i bilanci dei singoli Stati". 
Per "limite del 3%" si intende chiaramente la soglia del rapporto Deficit/PIL concessa dall'Unione Europea dalla quale la Grecia si è largamente allontanata negli anni recenti. Ma perché è stato fatto tacere Romano Prodi che , ai tempi della sua presidenza della commissione europea, si era accorto di tutto ciò?
Voglio lasciare a voi le conclusioni. Ma ,non essendo un giornalista (e non ho nessuna presunzione di esserlo) ma un blogger, voglio condividere con voi in modo totalmente esplicito la mia opinione. In Europa, uno stato che annaspa porta profitti agli stati più ricchi. La Grecia , che è oramai sull'orlo del fallimento, è stata costretta, per risanare l'economia, a dar via grandi fette del suo mercato reale e finanziario. Si provi a controllare quante imprese, quante banche, quante compagnie siano realmente elleniche sul territorio greco. Probabilmente nessuna o comunque pochissime. Noterete che in tutti i settori economici del paese vi è la partecipazione di Germania, Francia, Lussemburgo e anche Russia. Così facendo la Grecia si è tagliata le ali da sola, pur essendo costretta farlo.
Vogliamo davvero un'Europa così? Io no. Io vorrei che l'Europa fosse un progetto politico di partecipazione, di democrazia,  di libera circolazione e di solidarietà fra gli stati membri. Penso che anche il Prof. Prodi si aspettasse questo quando si fece promotore del progetto. Non si può permettere che tutto ciò possa essere un modo per gli stati più potenti di fare affari sotto banco a discapito degli stati più deboli. Bisogna tornare a un concetto Politico-sociale di Europa e toglierla di mano ai finanzieri e ai banchieri che impongono ritmi improponibili ai paesi meno sviluppati. Bisogna rendere liberi gli Stati di emettere una moneta PROPORZIONATA ALL'ANDAMENTO DELLA PROPRIA ECONOMIA affinché si possa creare una concorrenza equilibrata sui mercati. Tornando alla notizia di Prodi ovviamente non ha avuto risalto sulla stampa Italiana. Da quanto ho visto solo "Il Giornale" ha pubblicato qualcosa a riguardo. A Presto.

                                                                                              Francesco Fossa


                                                                                          

martedì 5 maggio 2015

Moria di api rischia di compromettere l'agroalimentare italiano

Che l'industria chimica capitanata da grandi multinazionali facesse grandi affari fra le colture italiane lo si sapeva da un pezzo, o forse no. Quello che non si conosceva e che tutt'oggi non si conosce sono gli effetti devastanti sull'ecosistema di circa 175mila tonnellate di sostanze chimiche rilasciate nei campi (stima delle organizzazione degli apicoltori). Il danno oggi più evidente è l'incredibile ondata di morte che colpisce le api nel nostro paese, tanto grande da dimezzare la produzione del miele. Perché preoccuparsi tanto per le api? Perché, secondo i dati della FAO, questi insetti garantiscono l'impollinazioni di 71 delle 100 colture che costituiscono il 90 % dei prodotti alimentari in tutto il mondo. Ma come muoiono le api? Fondamentalmente in 2 modi: il primo sono i parassiti che le attaccano; il secondo,più preoccupante, è la diffusione di insetticidi e diserbanti tossici. Secondo alcune interviste rivolte agli apicoltori la grossa distribuzione non accetterebbe i loro prodotti se non vengono usati i dovuti prodotti chimici per "salvaguardare" l'integrità della merce
. Così inizia una spirale senza fondo in cui i produttori sono costretti a usare prodotti tossici uccidendo le api che, a loro volta, non garantiscono più la corretta impollinazione delle piante e la produzione di miele. Senza contare che le sostanze incriminate sono tossiche anche per l'uomo! Il consiglio è quello di rivolgersi direttamente ai produttori per l'acquisto dell'agroalimentare e di evitare i derivati industriali presenti nei grandi supermercati.

                                                                                                               Francesco Fossa

lunedì 4 maggio 2015

Lettura della sera: American Psycho

Come già accennavo nel primo post di questo blog non mi occuperò solamente di politica e attualità ma anche di argomenti più piacevoli (ma non per forza più leggeri) come la musica, il cinema, la letteratura e l'arte in generale. In questo post voglio raccontarvi ,a modo mio, il romanzo che più mi ha colpito fra quelli che ho letto nell'anno passato. Si tratta di un testo che, in realtà, è diventato ,negli anni, quasi un classico (tanto da ispirare la regista Mary Harron per la creazione di un omonimo film) e che ho avuto sotto mano con colpevole ritardo. Si tratta di American Psycho (1991), opera di punta dello scrittore californiano Bret Easton Ellis. E' la storia ,nell'anno 1989, di Patrick Bateman, giovane yuppie newyorchese, ricco, bello, con un importante posto di lavoro a Wall street e un appartamento da urlo in piena Manhattan. Sotto la maschera del ragazzo della porta accanto si cela però un orribile killer psicopatico che sfoga le frustrazioni create dalla vacuità della vita moderna uccidendo e mutilando in modo brutale giovani donne, colleghi di lavoro, animali, barboni e bambini. Con l'avanzare del romanzo la figura del killer, confinata inizialmente nelle ore notturne, prenderà il sopravvento sull'apparenza da bravo ragazzo costringendo il giovane Patrick a vivere le sue giornate fra istinti omicidi, esecuzioni e sensi di colpa. La genialità di Ellis non è tanto nella trama e nella narrazione avvincente in prima persona ma nel mostrare una società circostante del tutto indifferente agli orribili crimini del personaggio principale. il protagonista sembra addirittura più logorato dalla noncuranza del mondo nei suoi confronti che dai delitti stessi. E su questa richiesta di aiuto interiore che l'autore basa il senso di questa opera rendendola fra le più esplicative del decennio '80. Il tutto diventa ,quindi, una riflessione cosmica su un periodo molto particolare i cui segni sono tangibili tutt'oggi. Le politiche neo-liberiste, lo sviluppo incontrollato della finanza, dell'economia virtuale, la ricerca del trend, dell'imitazione,del successo,dell'edonismo forzato sembrano rendere fasulla la vita reale fatta di gesti quotidiani e,soprattutto, di rapporti sociali. In movimento, indaffarato, circondato da una moltitudine di persone (tutte omologate) ma sempre più solo risulta essere l'uomo della modernità, un uomo che ,distruggendo la sua interiorità, ha portato a fenomeni molto attuali (ed esco dall'analisi del libro) come la speculazione, il business illecito del denaro, la crisi economica, la crisi culturale, la crisi sociale. Pensiamoci un secondo. Qual è la prima causa di una crisi? Una decisione da prendere, un bivio che si presenta all'improvviso. Che decisioni possono mai nascere da uomini che hanno perso il valore del rapporto sociale e della solidarietà? SOLIDARIETÀ'. Forse è questo il messaggio che paradossalmente mi è arrivato da un'opera così cruda. Ad ogni modo è una lettura che consiglio a tutti i non deboli di cuore. E per i più pigri c'è sempre il film diretto da Mary Harron molto fedele all'opera originale. Saluti.

                                                                                                                           Francesco Fossa

Bufera nel PD

Ci tengo, oggi, a segnalarvi 2 retroscena amari della nostra politica a cui, molto probabilmente, i media non riserveranno il giusto spazio. Da anni a questa parte quando si parla di mala-politica si sottinende il soggetto PD, oramai degno concorrente del centro-destra Berlusconiano.  Inizierò dalla news più recente. Andranno a processo 16 ex-consiglieri del PD per la questione "spese pazze" in Emilia Romagna. 2 i nomi grossi: il deputato Matteo Ricchetti e l'euro-parlamentare Damiano Zoffoli. "Bufera giudiziaria nel Partito Democratico dove arrivano le richieste di rinvio a giudizio per l'ex presidente dell'assemblea legislativa e ora deputato renziano Matteo Richetti e altri 15 consiglieri regionali del Pd della scorsa legislatura regionale sul caso delle spese indebite. Sono coinvolti tutti i consiglieri indagati che avevano ricevuto l'avviso di fine indagine, per gli stessi importi, della regione Emilia Romagna. A firmare la richiesta sono stati i pm Morena Plazzi e Antonella Scandellari, titolari dell'inchiesta, e vistata dal procuratore aggiunto Valter Giovannini, coordinatore del gruppo dei pm che si occupa di pubblica amministrazione." (Il Tempo). 
Secondo retroscena: Il deputato Guglielmo Vaccaro lascia il PD, "inaccettabile la candidatura di Vincenzo De Luca alle regionali in Campania." Ebbene come dargli torto. Dietro il pittoresco personaggio dell'ex sindaco di Salerno vi sono infatti già 3 condanne in primo grado di giudizio di cui una a un'anno di reclusione e  interdizione dai pubblici uffici per abuso di ufficio. Fu inoltre condannato a pagare 23.000 euro per la questione "stipendi d'oro" e, più recentemente, è stato dicharato colpevole di diffamazione verso Marco Travaglio. Fanno ancora più paura i procedimenti ancora in corso nei suoi confronti. Fra i reati per i quali De Luca è indagato spiccano truffa aggravata, associazione a delinquere e concussione. 
Ed è così che il grande Partito Democratico ha perso Vaccaro che fu uno dei fondatori di questa discutibile forza politica. Ecco cosa scrive il deputato in una comunicazione ufficiale alla Presidente della Camera Boldrini :"Gentile presidente, pochi minuti fa il partito che ho contributo a fondare ha presentato alla guida della coalizione per le regionali in Campania un candidato recentemente condannato ad un anno, plurinquisito e sospeso per legge dalle funzioni di rappresentanza". "La decisione del Pd di selezionare per la guida della Campania una personalita' cosi' controversa e da qualche ora compromessa con potentati che hanno distrutto la politica nella mia terra - attacca - rappresenta per me una grave delusione e per la politica del Pd nel sud del paese una grave sconfitta. Questa ingiustificabile scelta, che peraltro e' irricevibile sul piano dei principi, mi induce a riflettere sulle ragioni del mio impegno nel Partito Democratico.Come ha recentemente ricordato in aula un autorevole componente del governo Noi siamo le responsabilita' che ci assumiamo e se non ce le assumiamo non meritiamo di esistere". Sento percio' il dovere e la responsabilita' di affermare che tutto cio' avviene senza il mio silenzio complice e senza il mio nome nei ranghi del Pd;  Le chiedo, pertanto, di essere iscritto al gruppo Misto fino alla conclusione della campagna elettorale. Sara' mia cura comunicarle ulteriori determinazioni in merito al mio percorso parlamentare nel corso del prossimo mese di giugno"

                                                                                                          Francesco Fossa

domenica 3 maggio 2015

Inizio

Vorrei dedicare questo primo post del mio blog alla spiegazione delle motivazioni che mi hanno spinto a creare questo spazio multimediale. Mi sono spesso interrogato sulla potenzialità effettiva di questa nuova piattaforma comunicativa. Vi risparmio il travaglio, la conclusione è stata che forse valeva la pena provare a buttare giù qualcosa sulle pagine del web. Sono stato per mesi un collaboratore di quotidiani locali. Senza nessuna pretesa, ho scritto su diverse aree tematiche, specialmente su politica e musica. E' quello di cui vorrei occuparmi in modo particolare su questo blog senza la presunzione di dover essere un opinion leader ma ,soprattutto, senza pormi nessuna restrizione riguardo agli argomenti trattati. La rete è uno spazio libero che va saputo sfruttare e del quale va rivendicata l'assoluta autonomia dal mondo reale. Le potenzialità dello strumento sono enormi e ,a mio avviso, è uno dei pochi contenitori di democrazia a livello telecomunicativo.
Vi dicevo delle mie motivazioni. Eccole qui. Penso che la stampa italiana sia eccessivamente ricca di censura, corruzione, e interessi di terzi. "I soldi non sono tutto ma tutto gira intorno ai soldi". Penso sia la più esatta esemplificazione del comportamento della stampa in Italia, con le dovute eccezioni. Finanziamenti pubblici? Certo. Un paese in cui i cittadini finanziano attraverso i loro tributi le testate giornalistiche più prestigiose (oltre a doverle acquistare in edicola) non mi sembra l'esatto esempio di trasparenza e giustizia sociale. Ma ciò che mi indigna veramente sono i finanziamenti cospiqui da parte di grandi multinazionali  come ENI che ha fatto di un giornale quantomeno discutibile come "Il Foglio" il suo mezzo di propaganda mediatica mentre migliaia di persone in Basilicata (regione da sempre sottoposta alle trivellazioni) si ammalavano delle più disparate forme di tumore e di cancro.
La stampa italiana va un po' così, un po' a modo suo. E' attraverso strumenti come i Blog che bisogna riprendersi il diritto di scrivere ma, soprattutto, di leggere e di confrontarsi, creare interazione, incazzarsi se è necessario. Mi auguro di dare a questo spazio tali connotati.
Un saluto ai miei primi lettori

                                                                                                   Francesco Fossa